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Stenografia in Senato: il sistema «Michela». Note storiche e tecniche
La stenografia in Senato
Note storiche
"Caprera, 16 dicembre 1877
Desidero che l'utilissima scoperta del professor Michela sia messa in opera.
Giuseppe Garibaldi"
Questa lettera è uno dei tanti riconoscimenti che salutarono il sistema stenografico ideato dal professor Antonio Michela Zucco, messo a punto dopo decenni di studi per trovare soluzioni che superassero l'ostacolo dei modesti mezzi tecnici disponibili nella seconda metà dell'Ottocento.
All'inizio della XIII legislatura del Regno il Presidente del Senato, Sebastiano Tecchio, nominò una Commissione composta dai senatori Errante, Zini e Massarani per valutare l'idoneità del nuovo sistema alla resocontazione dei lavori del Senato, allora affidata a volenterosi stenografi manuali, soprattutto provenienti dalle scarse fila dei giornalisti parlamentari disponibili per tale lavoro. Si intendeva impostare nel miglior modo possibile l'ufficio della resocontazione ufficiale dei lavori parlamentari. Il 30 gennaio 1880 i membri della Commissione presentarono al Presidente una relazione entusiasta e fu decisa l'adozione della macchina da parte del Senato del Regno.
Da allora la macchina Michela (nella foto sopra, la prima versione) è stata la testimone sicura e fedele della vita parlamentare italiana che passava nell'Aula e nelle Commissioni del Senato del Regno prima, della Repubblica poi.
Quando cominciò ad operare, nell'infuocato clima parlamentare del periodo compreso tra i governi Cairoli, Depretis, Crispi, registrò le discussioni sull'abolizione della tassa sul macinato, sulla legge speciale per Roma capitale, sulla legge elettorale senza scrutinio di lista, sulla legge relativa al lavoro dei fanciulli, sulla riforma universitaria. Un bel disegno su «l'Illustrazione italiana» dell'11 gennaio 1894 mostra la macchina in azione durante la discussione sulle pensioni civili e militari.
E così via, legislatura dopo legislatura, la storia d'Italia è passata sui tasti della Michela: il Regno, la I guerra mondiale, il Fascismo, la II guerra mondiale, la Repubblica, tutte le leggi finora varate.
A riprova del rilievo assunto negli anni dal sistema, anche a livello europeo, si osserva che una macchina stenografica Michela è esposta alla mostra permanente "Les grandes heures du Parlement", realizzata a Parigi per iniziativa dell'Assemblée Nationale, nello Château de Versailles.
La macchina Michela è rimasta pressoché invariata per oltre un secolo: dal 1974 è entrata in funzione una versione Vergoni, con lo stesso sistema Michela ma con un concetto di costruzione meccanica innovativo e dal 1982 una successiva versione elettronica, con la quale certamente è stato agevolato il lavoro degli stenografi, che proprio in questi anni ha permesso loro di conseguire ottimi risultati, sia in Senato come nei concorsi nazionali e mondiali.
Utilizzando la macchina Michela, che risponde perfettamente alle esigenze degli oratori, gli stenografi del Senato hanno infatti conseguito ai campionati di stenografia tre titoli mondiali (1983, 1985 e 1995) e, per i 20 anni cui hanno partecipato (1977-1996), tutti i titoli italiani.
Note tecniche
La macchina "Michela" attualmente in uso, pur continuando a basarsi su meccanismi non troppo dissimili da quelli dei primi esemplari, ha adottato via via le più aggiornate tecnologie informatiche, fino a divenire uno dei più veloci meccanismi di inserimento dati oggi esistente.
Attualmente utilizza il medesimo software per la decrittazione delle note stenografiche in uso presso il Congresso degli Stati Uniti, adattato alla lingua italiana dopo lunghi e approfonditi studi, analogamente a quanto avvenuto per le altre principali lingue europee (spagnolo, francese e tedesco). Il programma in questione è dotato di efficacissimi algoritmi di intelligenza artificiale e rappresenta la punta di diamante della tecnologia: viene utilizzato, ad esempio, nel Senato canadese per realizzare anche la sottotitolazione per non udenti del canale televisivo parlamentare.
Oltre che in ambito parlamentare (insieme agli Stati Uniti ed al Canada sono da ricordare il Parlamento federale australiano, il Senato argentino e diversi Parlamenti regionali tedeschi) tale sistema è utilizzato nell'ambito del sistema giudiziario, delle forze militari e delle imprese televisive statunitensi, nonché dal Fondo monetario internazionale e da numerose società di resocontazione e sottotitolazione britanniche.
Le ultime versioni della macchina con l'ausilio di un personal computer sono in grado di produrre un'immediata trascrizione del parlato perfettamente sincronizzata con la registrazione audio digitale, che può utilmente essere messa a disposizione degli utenti, su Internet, o che può essere archiviata.
Metodo Michela
Il metodo Michela di stenografia meccanica è stato ideato nel 1862 (e brevettato nel 1878) dal prof. Antonio Michela Zucco ed è attualmente utilizzato, nella sua versione computerizzata, presso il Senato della Repubblica per la redazione dei resoconti stenografici.
Esso si basa sull'utilizzo di un'apposita tastiera formata da 20 tasti, simili a quelli di un pianoforte. Ad ogni tasto è associato un segno grafico ed un preciso valore fonico. I segni grafici utilizzati in totale sono sei e si ripetono sulla tastiera secondo un preciso schema.
Indice |
Storia
Il sistema fu messo a punto dal professor Michela dopo decenni di studi per trovare soluzioni che superassero l'ostacolo dei modesti mezzi tecnici disponibili nella seconda metà dell'800.
Durante la XIII Legislatura del Regno d'Italia, Sebastiano Tecchio, che ricopriva la carica di Presidente del Senato nominò una commissione composta dai senatori Errante, Zini e Massarani per valutare il nuovo sistema che doveva servire alla resocontazione dei lavori del Senato, ancora affidata agli stenografi manuali. Il 30 gennaio 1880 i membri della Commissione presentarono a Tecchio una relazione entusiasta e fu decisa l'adozione della macchina da parte del Senato.
La macchina Michela è rimasta sostanzialmente invariata per oltre un secolo: dal 1974 è entrata in funzione una versione prodotta dalla ditta Vergoni, caratterizzata da una meccanica più moderna. Nel 1982 è entrata in funzione una versione elettronica, prima striscia decrittata della Vergoni elettronica, dai vecchi simboli, al testo alfabetico stampato in orizzontale, un enorme vantaggio con la quale gli stenografi del Senato hanno conseguito tre titoli mondiali (1983, 1985 e 1995) ai campionati di stenografia e, fino al 1996, tutti i titoli italiani. Nel 2002 è stata realizzata una versione totalmente informatizzata che, con l'ausilio di un pc, è in grado di produrre un'immediata trascrizione del parlato perfettamente sincronizzata con la registrazione audio digitale. Con tale macchina, ai campionati mondiali del 2009, una giovane stenografa parlamentare del Senato ha raggiunto la più elevata velocità di scrittura stenotipica tra tutti i concorrenti: 445 sillabe al minuto (circa 200 parole al minuto).
Nel 1990, per consentire l'utilizzo dei programmi di trascrizione assistita (Computer Aided Transcription) essendo piuttosto complessa la gestione dei segni grafici da parte dei personal computer dell'epoca, essi sono stati sostituiti con segni letterali (senza alterarne minimamente il valore fonico).
Tecnica e funzionamento
I 20 tasti della tastiera Michela sono raggruppati in due parti o emitastiere, formate da 10 tasti, una di competenza della mano sinistra e l'altra di competenza della mano destra, ognuna delle quali divisa in due zone o serie ideali: l'emitastiera sinistra è formata dai sei tasti della 1ª Serie (segni F, S, C, Z, P, N) e dai quattro tasti della 2ª Serie (segni R, X, I, U); l'emitastiera destra è formata dai quattro tasti della 3ª serie (segni u, i, e, a) e dai sei tasti della 4ª serie (segni n, p, z, c, s, f), speculari rispetto a quelli della 1ª serie. L'uso dei tasti “F” e “S” della 1ª serie compete al mignolo della mano sinistra, l'uso dei tasti “C” e “Z” compete all'anulare della mano sinistra, l'uso dei tasti “P” e “N” compete al medio della mano sinistra. Lo stesso dicasi per i tasti “R” e “X”, nonché “I” e “U”, della 2ª serie, il cui uso compete, rispettivamente, all'indice e al pollice della mano sinistra. Identiche regole valgono per le serie 3ª e 4ª e per la mano destra.
La suddivisione della tastiera in quattro serie è stata concepita in funzione delle caratteristiche fondamentali del sistema Michela, che è fonico-sillabico, pertanto, ad ogni combinazione di tasti sulla tastiera corrisponde la riproduzione fonica di una sillaba. A tal fine, ogni serie è deputata a registrare una parte ben determinata della sillaba: la prima serie le consonanti (o vocali) iniziali; la seconda serie le consonanti (o vocali) intermedie; la terza serie le vocali toniche (quelle su cui cade l'accento) e la quarta serie (speculare rispetto alla prima) le consonanti (o vocali) finali. Essendo il sistema fonico esso è in grado di registrare in forma stenografica il parlato di qualsiasi lingua basandosi sul suo suono; è pertanto possibile stenografare anche lingue non conosciute, purché si sia in grado di percepirne chiaramente i suoni. I fonemi rappresentabili sulla tastiera sono ottenuti con la pressione di tasti singoli o di loro combinazioni, secondo il seguente schema:
Valore fonico dei singoli tasti
- Segno F (la serie) = Suono F > mignolo sin.
- Segno f (4ª serie) = Suono F > mignolo des.
- Segno N (la serie) = Suono N > medio sin.
- Segno n (4ª serie) = Suono N > medio des.
- Segno R (2ª serie) = Suono R > indice sin.
- Segno a (3ª serie) = Suono A > indice des.
- Segno S (1ª serie) = Suono S (aspra) > mignolo sin.
- Segno s (4ª serie) = Suono S (aspra) > mignolo des.
- Segno C (1ª serie) = Suono SC digr. > anulare sin.
- Segno c (4ª serie) = Suono SC digr. > anulare des.
- Segno e (3ª serie) = Suono E > indice des.
- Segno Z (1ª serie) = Suono S (dolce) > anulare sin.
- Segno z (4ª serie) = Suono S (dolce) > anulare des.
- Segno I (2ª serie) = Suono I > pollice sin.
- Segno i (3ª serie) = Suono I > pollice des.
- Segno P (1ª serie) = Suono P > medio sin.
- Segno p (4ª serie) = Suono P > medio des.
- Segno X (2ª serie) = Suono S > indice sin.
- Segno U (2ª serie) = Suono U > pollice sin.
- Segno u (3ª serie) = Suono U > pollice des.
Valore fonico delle combinazioni di due tasti
- Segni FP (la serie) = Suono T > mignolo-medio sin.
- Segni pf (4ª serie) = Suono T > medio-mignolo des.
- Segni ie (3ª serie) = Suono O > pollice-indice des.
- Segni ua (3ª serie) = Suono E accentata > pollice-indice des.
- Segni ia (3ª serie) = Suono E muta (francese) > pollice-indice des.
- Segni CP (1ª serie) = Suono C dura (anche Q e K) > anulare-medio sin
(essendo il sistema fonetico, la "H" muta presente in alcuni fonemi inizianti con suoni cosiddetti duri, ad es. "che" o "chi", non verrà rappresentata; es: "che = CPe"; "chi = CPi" etc.. Lo stesso avverrà per il suono "G dura")
- Segni pc (4ª serie) = Suono C dura (anche Q e K) > medio-anulare des.
- Segni SP (1ª serie) = Suono C dolce > mignolo-medio sin.
- Segni ps (4ª serie) = Suono C dolce > medio-mignolo des.
- Segni ZP (la serie) = Suono G dolce > anulare-medio sin.
- Segni pz (4ª serie) = Suono G dolce > medio-anulare des.
- Segni FZ (la serie) = Suono J o G dolce francese > mignolo-anulare sin.
- Segni zf (4ª serie) = Suono J o G dolce francese > anulare-mignolo des.
- Segni ue (3ª serie) = Suono UÉ (EU franc.\Ö ted.) > pollice-indice des.
- Segni ui (3ª serie) = Suono UÒ (U franc.\Ü ted.) > pollice su due tasti
- Segni FC (la serie) = Suono H > mignolo-anulare sin.
- Segni cf (4ª serie) = Suono H > mignolo-anulare des.
- Segni SC (1ª serie) = Suono V > mignolo-anulare sin.
- Segni cs (4ª serie) = Suono V > mignolo-anulare des.
- Segni RI (2ª serie) = Suono L > indice-pollice sin.
- Segni XI (2ª serie) = Suono F o V > indice-pollice sin
(a seconda che il complesso di segni sia preceduto in la serie da S aspra o da S dolce)
- Segni IU (2ª serie) = Suono P o B > pollice su due tasti
(a seconda che il complesso di segni sia preceduto in la serie da S aspra o da S dolce)
- Segni XU (2ª serie) = Suono N > indice-pollice sin.
- Segni RU (2ª serie) = Suono M > indice-pollice sin.
- Segni SZ (la serie) = Suono Z > mignolo-anulare sin.
- Segni zs (4ª serie) = Suono Z > anulare-mignolo des.
- Segni ZN (la serie) = Suono I > anulare-medio sin.
- Segni nz (4ª serie) = Suono I > medio-anulare des.
- Segni CN (1ª serie) = Suono U > anulare-medio sin.
- Segni nc (4ª serie) = Suono U > medio-anulare des.
- Segni FN (la serie) = Suono GN > mignolo-medio sin.
- Segni nf (4ª serie) = Suono GN > medio-mignolo des.
- Segni SN (la serie) = Suono GL > mignolo-medio sin.
- Segni ns (la serie) = Suono GL > medio-mignolo des.
Valore fonico delle combinazioni di tre tasti
(considerato che per le combinazioni a tre tasti ovviamente si usano tutte le dita per ciascuna serie, non saranno riportate le dita da utilizzare; naturalmente, nel caso della seconda e terza serie, si useranno l’indice per pigiare il tasto nero o il primo tasto bianco e il pollice per pigiare contemporaneamente uno o due tasti bianchi).
- Segni SCP (la serie) = Suono D
- Segni pcs (4ª serie) = Suono D
- Segni FZN (la serie) = Suono NT (latino)
- Segni nzf (4ª serie) = Suono NT (latino)
- Segni SCN (la serie) = Suono L
- Segni ncs (4ª serie) = Suono L
- Segni FZP (la serie)= Suono G dura (vedi nota relativa alla C dura)
- Segni pzf (4ª serie) = Suono G dura
- Segni XIU (2ª serie) = Suono C dura o G dura
(a seconda che il complesso di segni sia preceduto in la serie da S aspra o da S dolce)
- Segni SZP (la serie) = Suono M
- Segni pzs (4ª serie) = Suono M
- Segni RIU (2ª serie) = Suono T o D
(a seconda che il complesso di segni sia preceduto da S aspra o da S dolce)
- Segni: FCP (la serie) = Suono B
- Segni pcf (4ª serie) = Suono B
- Segni FCN (la serie) = Suono R
- Segni ncf (4ª serie) = Suono R
- Segni SZN (la serie) = Suono X
- Segni nzs (4ª serie) = Suono X
- Segni uia (3ª serie) = Suono UA (OI francese)
- Segni uie (3ª serie) = Suono UI (OUI francese)
Segni di interpunzione e altre indicazioni
- Segni n (4ª serie) = .
- Segni N (1ª serie) (opp. nz 4ª serie) = ,
- Segni NX (1ª e 2ª serie) = :
- Segni ZN (1ª serie) = ;
- Segni SPps (1ª e 4ª serie) = ?
- Segni CPpc (1ª e 4ª serie) = !
- Segni Nn (1ª e 4ª serie) = -
- Segni Ff (1ª e 4ª serie) = parentesi (aperte e chiuse).
- Segni Uu (2ª e 3ª serie) = "
- Segni XU (2ª serie) = n.
- Segni ia (3ª serie) = spazio (e muta).
- Segni nzf opp. pcs (4ª serie) = a capo.
- Segni p (4ª serie), ripetuto più volte = lacuna\parola non percepita
- Segni X opp. U (2ª serie) = tasto di correzione ultima combinazione digitata.
Scrittura delle cifre
Sono previste diverse possibilità.
Si può utilizzare anzitutto, il sistema numerico tipico del sistema che prevede l'utilizzo dei tasti della prima serie (per le centinaia), della seconda (per le decine) e della quarta serie (per le unità) con il seguente valore: F=1, S=2, C=3, Z=6, P=9 (prima serie); R=1, X=2, I=3, U=6 (seconda serie); p=9, z=6, c=3, s=2, f=1 (terza serie). In tal caso si utilizzerà in ognuna delle tre serie in oggetto il valore numerico tipico del tasto singolo o il valore numerico di combinazioni di tasti singoli, nel caso di cifre non direttamente rappresentate, con un sistema molto simile al sistema numerico binario (es: 4 = “FC”), per scrivere numeri con un massimo di tre cifre (centinaia, decine, unità). Le cifre superiori a 999 verranno espresse con battute successive. Ad esempio, la cifra "632.199" verrà scritta in due battute: "ZIs" "FIUp".
Come sistema alternativo, si possono stenografare le cifre così come sono pronunciate (ad esempio, 1.300 = "SZPinsc" "SCNe" "FPRe" "SPen" "FPie" oppure, abbreviando, "SZPincs" "FPRe" "SPenzf").
Scrittura delle parole
Come detto, ad ogni sillaba di parola corrisponde sulla tastiera Michela una combinazione di tasti. Si può avere una prima idea delle possibilità del sistema ove si tenga presente che, mentre per riprodurre le parole con una tastiera dattilografica occorre scrivere una lettera per volta, con la tastiera Michela il contenuto di una sillaba si esaurisce, come si è detto, in una battuta. Ad esempio, alle undici lettere della parole «f-e-l-i-c-e-m-e-n-t-e» corrispondono le cinque sillabe «fe-li-ce-men-te» e le cinque combinazioni sulla tastiera Michela: “Fe” “SCNi” “SCe” “SZPen” “Fpe”, senza considerare le possibili abbreviazioni che, per il caso in questione, possono ridurre le battute a due soltanto (FRIi SPepzs).
Criteri abbreviativi
Antonio Michela Zucco, nel suo primo e conciso manuale sul sistema stenografico di sua ideazione ("Stenografia Michela - Processo sillabico istantaneo ad uso universale mediante piccolo e portatile apparecchio a tastiera" op. cit.), precisava: “...L'erudizione di detto processo (conoscenza della tastiera e dei segni) dà campo allo stenografo di farsi un concetto esatto di quanto sente pronunciare per trascriverlo correttamente, ciò che si ottiene anche con certe abbreviazioni che gli suggerirà la pratica, pur conservando la fedeltà di riproduzione...”. A differenza degli altri sistemi stenografici dell'epoca, l'ideatore non prevedeva uno specifico sistema abbreviativo, anche perché la particolare ergonomia della tastiera e la ridotta competenza di ciascun dito (2 tasti), già di per sé, consentivano ad un operatore sufficientemente allenato di raggiungere velocità ragguardevoli utilizzando la semplice scrittura fonetica. Anche dopo l'adozione della macchina da parte del Senato del Regno, l'utilizzo delle abbreviazioni rimase piuttosto limitato: vennero introdotte solo alcune sigle per rappresentare i termini più ricorrenti in ambito parlamentare e il criterio abbreviativo dell'eliminazione della vocale finale per alcune parole. Occorre considerare che all'epoca non era infrequente il caso che le note stenografiche venissero trascritte da soggetti diversi dagli stenografi che le avevano riprese, in alcuni casi anche in luoghi diversi e piuttosto distanti, proprio traendo vantaggio dalle caratteristiche peculiari del sistema, che nasceva come "fonografico", studiato cioè per rappresentare graficamente il suono di qualsivoglia fonema pronunciabile in qualsiasi lingua, e “meccanico” e quindi, a differenza dei sistemi manuali dell'epoca, in grado di produrre strisce stenografiche perfettamente intelligibili da parte di qualsiasi operatore a conoscenza del metodo. Si può dire che il campo delle abbreviazioni sia rimasto del tutto inesplorato quasi fino ai giorni nostri. Il cavalier Celeste De Alberti, valente stenografo del Senato del Regno, precisava ancora nel 1932, nella seconda edizione del suo manuale ("Manuale di stenografia - sistema "Michela" op. cit.): "Per istenografare colla macchina Michela non è necessario fare uso di abbreviazioni, (questo lo dichiaro innanzi tutto) giacché, senza soverchia fatica, si arriva a scrivere per esteso quanto un oratore, anche molto veloce, può pronunziare". Fu solo con la partecipazione ai primi campionati di stenografia italiani e mondiali del dopoguerra che si iniziò ad avvertire l'importanza delle abbreviazioni. Anche se alcuni stenografi riuscirono ad ottenere alle gare risultati eccezionali (gli stenografi del Senato hanno conseguito ai campionati di stenografia tre titoli mondiali -1983, 1985, e 1995 - e dal 1977 al 1996 tutti i titoli italiani) pur abbreviando molto poco, con il passare degli anni si cominciò ad affermare in quella sede una scuola di pensiero orientata ad un uso più esteso di abbreviazioni e sigle, in analogia con gli altri sistemi stenografici mondiali.
Di seguito verranno sommariamente indicati i criteri abbreviativi più diffusi nell'ambito degli utilizzatori del metodo Michela. (Per maggiore chiarezza espositiva, le note stenografiche corrispondenti ai diversi termini verranno indicate in forma fonetica, avendo cura di indicare in lettere maiuscole eventuali suoni cosiddetti "dolci").
1) L'eliminazione della vocale finale
Un’abbreviazione “storica” effettuata dai “michelisti” di tutte le generazioni è quella che consiste nell'eliminare l'ultima vocale delle parole (ad esempio, cam-min = cammino, pit-tor = pittore e così via) ed assorbire la consonante dell’ultima sillaba nella sillaba precedente. Tale criterio abbreviativo, che deriva dalla stenografia manuale, è di facile e pressoché universale applicazione e consente di ridurre di un'unità le sillabe di quasi tutte le parole. Rispetto ad altri criteri, ha il grande pregio di poter essere applicato molto rapidamente alla maggior parte delle parole, anche quelle meno frequenti. Occorre tener presente che, perdendosi in questo modo le informazioni relative al genere ed al numero delle parole, (es: con Cet = concetto\concetti) le stesse andranno ricostruite in base al contesto al momento della rielaborazione del testo stenografico da parte dello stenografo o automaticamente dal computer, nel caso si utilizzi un programma di trascrizione assistita. Alcuni operatori, per evitare un'inutile proliferazione di detti conflitti preferiscono utilizzare detto criterio solo per i sostantivi, gli aggettivi ed i participi passati singolari, sia femminili che maschili, indicando invece la sillaba finale delle parole plurali, anche in considerazione del fatto che in diversi casi è possibile utilizzare a tal fine la quarta serie. Ad esempio: prat = prato; pioG = pioggia; ra-gion = ragione; fi-nal = finale; cam-pion = campione; pra-ti = prati; pioG-Ge = piogge; ra-gioi = ragioni; fi-nai = finali: cam-pioi = campioni
2) L'eliminazione della vocale intermedia
Come la vocale finale, anche le vocali situate all'interno della parola possono essere in molti casi soppresse, utilizzando a tal fine la seconda serie per scrivere la consonante restante, senza che ciò comprometta la loro interpretazione. Ad esempio: in-Ctar = incitare; in-dcar = indicare; cris-pdent = corrispondente.
Tale soppressione può riguardare anche eventuali consonanti doppie successive alla vocale: in-csar = incassare; ab-bsar = abbassare.
In molti casi è possibile eliminare anche eventuali vocali doppie, a condizione che non si tratti di vocali delle cosiddette sillabe toniche o che non si comprometta l’interpretazione della parola: maG-Gri-tar = maggioritario; tec-no-craz = tecnocrazia.
3) L’eliminazione della sillaba intermedia
In diversi casi è possibile sopprimere addirittura un'intera sillaba; anche in questo caso non deve però trattarsi di sillaba tonica o di sillaba comunque significativa ai fini dell’interpretazione. Ad esempio: par-Cpant = partecipante; par-Cpar = partecipare; in-csar = incassare; eC-znal = eccezionale; eS-Gen = esigenza. suf-Cient = sufficiente
4)I suffissi integrali
Alcuni suoni della 4ª serie possono essere utilizzati per abbreviare alcune desinenze finali piuttosto frequenti. Essi vengono definiti "suffissi integrali", poiché vengono inseriti nella sillaba come sua parte integrale e non invece in una sillaba a parte:
-b = -bile (a-mab = amabile)
-d = -dine (a-bi-tud = abitudine)
-G = -gine\-geno (in-daG = indagine; al-lu-Ci-noG = allucinogeno)
-et = -età (se-riet = serietà; ter-ziet = terzietà)
-is = -ista (fon-dis = fondista; ot-tmis = ottimista)
-it = -ità (le-ga-lit = legalità)
-m = -mento\-mente (spos-tam = spostamento; con-cre-tam = concretamente).
-n = -nza (par-ten = partenza)
-nt = -nte (fen-dent = fendente)
-S = -smo\-esimo (con-su-miS = consumismo; u-ma-neS = umanesimo)
-v = -vole (va-lev = valevole)
-z = -zione (con-Cez = concezione)
-x = -ndo (par-tex = partendo)
5) La fusione di parole
Altra abbreviazione piuttosto frequente è quella effettuata attraverso la crasi, ossia la fusione tra l'ultima vocale di una parola e la prima della parola seguente (ad esempio: con-tril-qual = contro il quale). Questo criterio è molto applicato per le sequenze avverbio\articolo, al fine di abbreviare alcune espressioni ricorrenti. In passato si sconsigliava un suo utilizzo generalizzato, cioè anche per le sequenze articolo\preposizione, preposizione articolata-sostantivo\verbo, a causa della difficoltà di prevedere nei dizionari dei primi programmi di trascrizione assistita tutte le necessarie entrate aggiuntive. Ad esempio: dlant-Cpaz = dell'anticipazione; plant-Cpaz = per l'anticipazione; llant-Cpaz = all'anticipazione; clant-Cpaz = con l'anticipazione; slant-Cpaz = sull'anticipazione; ddant-Cpaz = dall'anticipazione; dlin-se-gnam = dell'insegnamento; plin-se-gnam = per l'insegnamento; slin-se-gnam = sull'insegnamento etc.). Attualmente questa limitazione non ha più ragion d'essere, poiché i software di trascrizione odierni sono ormai in grado, al momento dell'immissione nel dizionario di un termine dato, di suggerire all'utente tutte le necessarie entrate aggiuntive create sulla base di regole prefissate.
Esempi:
cè = che è
cei = che i
ciè = chi è
Ciè = ci è
cla = con la
cle = con le
cli = con gli
clo = con lo
Cne = ce ne
cnil = con il
cnon = che non
cnun = con un
Csi = ci si
dcui = di cui
diun = di un
dnon = di non
ei = e i
èt = è stato
mla = me la
mle = me le
mli = me li
mlo = me lo
nnè = non è
nèt = non è stato
nson = non sono
nsont = non sono stato
pla = per la
ple = per le
pli = per gli
plo = per lo
pril = per il
prun = per un
siè = si è
snon = se non
sont = sono stato
sson = si sono
tla = te la
tle = te le
tli = te li
tlo = te lo
viè = vi è
vla = ve la
vle = ve le
vli = ve li
vlo = ve lo
6) Utilizzo alternativo di alcuni suoni della 1ª serie
Alcuni suoni della 1ª serie possono essere proficuamente adoperati in modo alternativo (cfr. Evoluzione del sistema di stenotipia Michela, op. cit.). Innanzi tutto, il suono nt di 1ª serie può essere utilizzato per abbreviare la desinenza iniziale “int-“ presente in molte parole. Questa abbreviazione risulta molto utile per abbreviare le parole di una certa lunghezza (oltre le 3 sillabe) per lasciare libera la seconda serie, che risulta così disponibile per abbreviazioni ulteriori. Ad esempio: ntli-Gent = intelligente; ntro-gtor = interrogatorio; ntnal-zaz = internazionalizzazione.
In secondo luogo, è possibile usare i suoni i e u della 1ª serie per scrivere con una sola battuta alcune sequenze di sillabe che cominciano con le corrispondenti vocali. Ad esempio: ina-dem-pim = inadempimento; inat-tual = inattuale; utent = utente.
7) Le sigle e le abbreviazioni di parole ricorrenti
Nell'esperienza corrente, specie in quella parlamentare, ove il sistema è maggiormente usato, sono state poi introdotte una grande quantità di sigle e di abbreviazioni per i termini più ricorrenti. Non essendo possibile un'elencazione completa in questa sede, se ne riportano solo alcuni esempi:
ad-eS = ad esempio
lla = alla
lle = alle
lli\agl = agli
lle = alle
ppen = appena
as-bleu = Assemblea
as-blei = Assemblee
cam-dep = Camera dei deputati
cap-stat = Capo dello Stato
cat-gor = categoria
cat-grii = categorie
cdi-zion = condizione
cdi-zioi = condizioni
cmuc = comunque
cod = codice
csi-draz = considerazione
csi-dra-zioi = considerazioni
con-min = Consiglio dei ministri
con-sup-maG = Consiglio superiore della magistratura
cor-cos-tuz = Corte costituzionale
Cret = certo
cret = corretto
Cric = circa
croz = criminalità organizzata
Csar = cessare
Cson = cessione
csigl = consiglio
cuac = qualche
cuai = quali
cual = quale
Cuè = cioè
cuin = quindi
dda = dalla
dde = dalle
ddi\dagl = dagli
ddo = dallo
dac-crod =d'accordo
deC-sioi = decisioni
deC-sion = decisione
dep = deputato
dep-ti = deputati
dla = della
dle = delle
dli = degli
dlo = dello
dfiC = difficile
dfi-Cli = difficili
dib = dibattito
dib-ti = dibattiti
di-chiaz = dichiarazione
dic-zioi = dichiarazioni
di-chiaz-vot = dichiarazione di voto
dmo-craz\dmoz = democrazia
do-cum\dcum = documento
do-cum-ti\dcum-ti = documenti
drant = durante
drez = direzione
dre-zioi = direzioni
dsat-zion = disattenzione
dsat-zioi = disattenzioni
dver = dovere
ef-caC = efficace
em = emendamento
em-ti = emendamenti
èp = È approvato
es = esso
eS-Cit = esercito
eS-ctiv = Esecutivo
eS-Gen = esigenza
eu = euro
eu-pa = Europa
eu-pei = europei
eu-pio = europeo
fac-ta = facoltà
fov = favorevole
ftur = futuro
ftui = futuri
fvor = favore
GdiC = giudice
Gdiz = giudizio
Gen = generale
Ge-nrai = generali
Gior = giorno
grax = grande
Grid-cam = giuridicamente
Gri-dic = giuridico
Gri-diC = giuridici
gver = Governo
gver-ni = Governi
gver-ntiv = governativo
iei = ieri
im-diat = immediato
in-pes = INPS
i-tai\itai = Italia
lcui = alcuni
llor = allora
lmit = limite
lvei = livelli
lvel = livello
lvoi = lavori
lvor = lavoro
min = Ministro
min-gius-tiz = Ministro della giustizia
min-tri = Ministri
mioi = migliori
mior = migliore
mloi = milioni
mlon\mion = milione
mlot = molto
mnis = Ministero
mnis-gius-tiz = Ministero della giustizia
mnis-tei = Ministeri
mom\mment = momento
mox = mondo
mtiv = motivo
mvim = movimento
nan-tut = innanzi tutto
nche = anche
ncor = ancora
ndus = industria
neC = necessità
nèp = Non è approvato
nfat = infatti
nmen = nemmeno
npur = neppure
nsa = nostra
nse = nostre
nsi = nostri
nso = nostro
nsom = insomma
nsun = nessuno
ntant = intanto
ntent = intento
ntev = notevole
ntres = interesse
ntval = intervallo
ntvent = intervento
ntven-ti = interventi
ntnal = internazionale
ntnai = internazionali
ntnal-zaz = internazionalizzazione
nnal = nazionale
nnai = nazionali
nnal-zaz = nazionalizzazione
num = numero
nveC = invece
on = onorevole
on-cleg = onorevole collega
on-vli = onorevoli
op-tun = opportuno
op-tui = opportuni
or-gniz-zaz = organizzazione
par-clai = particolari
par-clar = particolare
pcent = per cento
pché = perché
pdot = prodotto
pduz = produzione
pieS = Paese
PieS-vlup = Paesi in via di sviluppo
plaz = palazzo
pli-tic = politico
pli-tiC = politici
ppor = proporre
ppos = proposto
preC-Sar = precisare
preC-Saz = precisazione
preC-Sa-zioi = precisazioni
près-con-min = Presidente del Consiglio dei ministri
pres-den = Presidenza
près-dent = Presidenti
près = Presidente
pre-Sem = per esempio
près-rep = Presidente della Repubblica
prob-blim = probabilmente
prod = periodo
prop = proprio
psent = presente
pses = possesso
psib = possibile
ptant = pertanto
pter = potere
ram pam = ramo del Parlamento
riai = reali
rial = reale
riaz = reazione
rlat = relatore
rla-toi = relatori
scox = secondo
si-cram = sicuramente
sior = signor
si-tuaz\stuaz = situazione
sit-zioi\stua-zioi = situazioni
sluz = soluzione
slu-zioi = soluzioni
smep = sempre
snat = Senato
snat-rep = Senato della Repubblica
snez = senza
snit = sanità
snor = senatore
snoi = senatori
sop-tut = soprattutto
sos-ziam = sostanzialmente
sot-seg = Sottosegretario
spès = Signor Presidente,
spoc = Signor Presidente, onorevoli colleghi,
sreb = sarebbe
srem = saremo
sret = sarete
ssa = essa
sse = esse
ssi = essi
sso\es = esso
Svov = sfavorevole
tab = tabella
tai = tali
tmep = tempo
tot-ment = totalmente
tsor = Tesoro
ttai = totali
ttal = totale
un-nmit = unanimità
vlont = volontà
vlor = valore
vlup = sviluppo
vlu-taz = valutazione
vlut-zioi = valutazioni
vrit = verità
vsa = vostra
vse = vostre
vsi = vostri
vso = vostro
xa = questa
xe = queste
xo = questo
xi = questi
Note
Bibliografia
- American Shorthand Writer, Machine shorthand, Rowell § Hickox publishers, Boston june 1883, vol. III.
- Angeloni E. Michela Zucco P., Il sistema stenografico Michela, Ed. Colombo, Roma 1984.
- Angeloni F. e Michela Zucco P., La sperimentazione della Computer aided transcription applicata al sistema stenografico Michela, relazione per il 39º Congresso Intersteno di Bruxelles, 1991.
- Angeloni F. e Michela Zucco P., La trascrizione computerizzata dei resoconti d'Aula e delle Commissioni: l'esperienza del Senato Italiano, relazione presentata al 44º Congresso Intersteno di Roma, 2003.
- AA. VV., Dizionario enciclopedico. Istituto della Enciclopedia italiana. Voce: "Michela".
- AA. VV., Enciclopedia italiana Treccani. Istituto della Enciclopedia italiana. Voce: "stenografia". VoI. XXXII, pago 698 e seguenti, e illustrazione di pag. 707, 1948-1949.
- AA. VV., Il Parlamento italiano 1861-1988, Nuova Cei, Milano 1989, voI. V.
- Bertolini G., La Stenografia parlamentare al Senato, ed. Senato della Repubblica, 1992.
- Bertolotti A., Passeggiate nel Canavese, Tipografia F. L. Curbis, Ivrea, 1871.
- Budan E., Le macchine da stenografare 1827-1905, Loro storia e descrizione illustrata, Ist. Ven. Arti Grafiche, Venezia 1906.
- Caroni E., Il resoconto stenografico parlamentare e la macchina Michela (nel cinquantesimo anniversario della sua adozione al Senato del Regno 1880-1930) Agostiniana, Roma 1930.
- Cassagnes ing. C.A., La sténographie mécanique sisteme Antoine Michela D. Bardin § Co. Saint Germain 1882.
- Chiavenuto S., "Antonio Michela", Gazzetta del Popolo della Domenica - Torino, 4 gennaio 1885, Anno III°, n. 1.
- De Alberti C., Manuale di stenografia sistema Michela, Roma 1897.
- De Alberti C., Manuale di stenografia sistema Michela, Agostiniana, Roma 1932.
- Despeissis ing. L. H., La sténotélégraphie (Sisteme Cassagnes), Paris Chaix 1886.
- Documenti archivio famiglia Michela Zucco.
- Dorma G., Michela Zucco M., La macchina fonostenografica Michela e il suo inventore Antonio Michela Zucco, Camedda & C, Torino 2007.
- Ferro E., Primato dell'Italia nella stenografia meccanica: macchina Michela - Conferenza tenuta all'Associazione della Stampa in Roma il 16 marzo 1890 -, L. Roux & C., Torino, 1890.
- Ferro E., L'avvenire della stenografia in Italia, Istituto Fonografico, Roma, 1894.
- Greco O., La stenografia e la macchina, Giornale-Album dell'Esposizione Nazionale di Torino, 1884.
- La sténographie mécanique Michela, Annales Industrielles, Paris, 27 febbraio 1881.
- La sténotélégraphle par G. A. Cassagnes, Imprimerie Chaix, Paris 1884.
- La sténotélégraphie, Annales Industrielles, Paris 4 aprile 1886.
- La télégraphie en multiplex et le sténotélégraphe Cassagnes, La Lumiere Electrique, Paris 28 marzo 1891.
- Michela Zucco Antonio, Stenofonografia Michela a processo sillabico istantaneo ad uso universale mediante piccolo e portatile apparecchio a tastiera, Roux e Favale, Torino 1879.
- Michela Zucco Antonio, Manualetto per l'insegnamento contemporaneo di lettura e scrittura proposto agli insegnanti elementari inferiori, F.L. Curbis, Ivrea 1864.
- Minardi e Franchetto, il Canavese ieri e oggi, ILTE, Torino 1960.
- Museo Civico Etnografico "Nossi Ràis" di S. Giorgio Canavese, opuscolo illustrativo.
- Perinetti F. Un "orologiere" per Michela, Sentinella del Canavese del 24 luglio 1991.
- Ramondelli e Del Signore, Evoluzione del sistema di stenotipia Michela; Colombo, Roma 1993.
- Relazione della Commissione nominata il 25 gennaio 1880 dal Presidente del Senato del Regno Tecchio (senatori Zini, Errante e Massarani).
- Relazione della Commissione nominata nel 1880 dal Presidente della Camera Farini (on.li Baccarini Presidente, Martini Brin, Marselli, Maurigi, Perazzi, Varè e Di Sambuy).
- Relazione del II Congresso Pedagogico Italiano, Palazzo Brera, Milano 1863, ed. Di Salvi, pag.150.
- Società Fonografica Michela, Spiegazione della Tavolozza fonografica ossia alfabeto universale del prof. A. Michela Zucco, Lor. Garda, Ivrea 1889.
- Vincenti G. Biografia del prof. A. Michela Zucco, seguita da alcune considerazioni relative alla invenzione del suo sistema fonografico universale e da una monografia sulla sua macchina stenofonografica. F.L.Curbis, Ivrea, 1887.
- Vincenti G. e Pocchiola G. Breve corso sul sistema fonografico universale del prof. A. Michela Zucco, Lor. Garda, Ivrea, 1889.
- Vincenti G. La fonografia universale Michela e la fonotelegrafia universale. Vincenti, L. Roux e c. Torino 1893.
- Vincenti G. Il Fonotelegrafo, Ivrea 1891.
Resocontazione parlamentare
Per resocontazione parlamentare si intende una forma di pubblicità scritta delle sedute parlamentari che avviene normalmente con due prodotti: il resoconto stenografico ed il resoconto sommario.
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Diverse tipologie
Il resoconto stenografico consiste nella fedele riproduzione dei dibattiti parlamentari, accompagnata dalla descrizione di tutti gli atti compiuti (votazioni e relativi esiti, disegni di legge, emendamenti, mozioni, risoluzioni etc.).
Il resoconto stenografico parlamentare (ad eccezione di alcuni ambiti, come ad esempio quello delle Commissioni di inchiesta, in cui la fedeltà del testo al detto ed all'accaduto può essere fonte di precise attribuzioni di responsabilità) non coincide normalmente con la riproduzione parola per parola (cosiddetto verbatim) dei dibattiti, ma è un prodotto maggiormente elaborato in cui, generalmente, oltre agli errori grammaticali, sono eliminati gli anacoluti e corretti i termini ed i riferimenti impropri. Tale elaborazione sfugge però ad una classificazione precisa poiché il livello di intervento sul testo dipende molto dal contesto specifico.
In merito, resta sempre valida la definizione di Sir Erskine May (en:Erskine May): ". . . though not strictly verbatim, is substantially the verbatim report, with repetitions and redundancies omitted, and with obvious mistakes corrected, but which . . . leaves out nothing that adds to the meaning of the speech or illustrates the argument". (Erskine May, Parliamentary Practice, op. cit).
Il resoconto sommario è invece una sintesi completa e fedele dei medesimi dibattiti, redatta in forma imparziale ed in terza persona.
Genesi anglosassone
La resocontazione parlamentare moderna nasce in Inghilterra nel XVIII secolo dove resoconti non ufficiali, che spesso venivano considerati illegali e quindi distrutti dalle autorità, iniziarono ad essere pubblicati dai giornali. In molti manuali di giornalismo si racconta ancora come nel 1711 un cronista inglese di nome William Woodfall riuscì a far conquistare al suo giornale, il “Morning Chronicle”, il primato tra i giornali londinesi grazie alle sedici colonne giornaliere di resoconti parlamentari, frutto della sua capacità di ricordare a memoria tutti gli interventi in un’epoca in cui ai giornalisti era ancora vietato assistere alle sedute e men che mai prendere appunti nel corso del dibattito. Occorre ricordare che ancora nel 1738 i Comuni votarono contro la pubblicità dei lavori parlamentari.
Nel 1803 venne consentito ai giornalisti di assistere ufficialmente e William Cobbett iniziò a stampare dibattiti ufficiali del Parlamento, ma poi per insolvenza dovette cedere l’attività a Luke Hansard, lo stampatore ufficiale del Governo britannico, ed ai suoi figli. Hansard appose il suo nome sul frontespizio dei resoconti da lui prodotti e da quel momento il termine en:"Hansard" fu utilizzato per indicare il resoconto.
Estensione continentale
L’esempio inglese fu successivamente seguito dagli altri Parlamenti europei, anche perché i principi alla base della rivoluzione francese avevano spinto altre nazioni europee ad introdurre e valorizzare la resocontazione parlamentare: uno degli elementi per misurare la democraticità di un ordinamento liberale era ed è tuttora proprio quello della conoscibilità di quanto viene discusso e deciso nelle Camere.
Contemporaneamente alla resocontazione parlamentare si andava affermando la stenografia manuale, il sistema principale per registrare in modo integrale quanto veniva detto nelle Camere, con l’affermazione di svariati sistemi stenografici, tra cui il Taylor, il Pitman, il Gregg, il Gabelsberger ed il Duployé e, successivamente, la stenografia a macchina o meccanica (all'epoca il termine stenotipia non era stato ancora coniato).
In Italia
Per quanto riguarda l’Italia, con le prime sedute del Parlamento subalpino si riconobbe - oltre al processo verbale, che aveva funzione di certificazione e non di pubblicità - l’importanza di disporre di una resocontazione pronta ed esatta delle sedute e lo stesso Cavour si interessò personalmente dell’organizzazione di questo servizio. Come sistema stenografico si iniziò ad utilizzare una versione adattata del sistema inglese Taylor e, successivamente, altri sistemi, esteri, come il Gabelsberger, o nostrani, come il Cima.
Anche al Senato subalpino e successivamente al Senato del Regno si utilizzò inizialmente la stenografia manuale, impiegando soprattutto stenografi provenienti dalle scarse fila dei giornalisti parlamentari, fino a quando, nel 1879 fu presentata sia al Senato del Regno che alla Camera dei Deputati una macchina fonostenografica brevettata dal canavesano Antonio Michela Zucco, che consentiva di registrare con la massima celerità i dibattiti svolti in qualsiasi lingua. Le relazioni delle Commissioni appositamente nominate dalle Camere per valutare il nuovo prodotto furono entusiastiche, tanto che il Senato del Regno già nel1880 dava inizio alla resocontazione stenografica meccanica con la cosiddetta macchina Michela, attività che è proseguita fino al giorno d'oggi. La Camera dei Deputati, anche per la presenza in servizio di un adeguato numero di stenografi manuali, preferì invece rinviare la decisione e continuò ad utilizzare la stenografia manuale fino al 2000, anno in cui ha avuto luogo una riforma amministrativa che ha soppresso il sistema della stenografia precedentemente in uso e affidato la redazione del resoconto integrale dell’Assemblea ad un’equipe di documentaristi (resocontisti) che vi provvedono sia sulla base di uno schema (“scaletta”) elaborato in Aula sia sulla base di registrazioni audio-digitali.
Dal 1879 alla Camera dei deputati e dal 1882 al Senato del Regno fu poi introdotto anche il resoconto sommario, ulteriore prodotto che si andava ad affiancare al resoconto stenografico e che, contenendo una sintesi dei dibattiti, consentiva di disporre in poche pagine del quadro completo della seduta. A partire dal 14 aprile e dal 15 settembre 1998, rispettivamente, la Camera ed il Senato pubblicano un unico fascicolo contenente il sommario (notevolmente "asciugato") e lo stenografico, redatto direttamente in edizione definitiva. Il fascicolo unico del Senato contiene anche gli allegati A e B (rispettivamente i testi esaminati e gli atti di indirizzo e di controllo presentati) che invece vengono dalla Camera pubblicati in due stampati separati.
Bibliografia
- AA. VV, La stenografia in Parlamento: atti del convegno di studio promosso dalla scuola di formazione professionale della Camera dei deputati e dal Circolo Montecitorio su: “La stenografia tra riforma scolastica e professionalità”, Camera dei deputati, Roma, 1986.
- AA. VV., Dizionario enciclopedico. Istituto della Enciclopedia italiana. Voce: "Michela".
- AA. VV., Enciclopedia italiana Treccani. Istituto della Enciclopedia italiana. Voce: "stenografia". VoI. XXXII, pago 698 e seguenti, e illustrazione di pag. 707, 1948-1949.
- AA. VV., Il Parlamento italiano 1861-1988, Nuova Cei, Milano 1989, voI. V.
- Angeloni E. Michela Zucco P., Il sistema stenografico Michela, Ed. Colombo, Roma 1984.
- Benvenuto Silvio, Lo stile linguistico dei primi regolamenti parlamentari, su ((http://www.amcorteconti.it/nuova_pagina_18.htm)).
- Bertolini G., La pubblicità dei lavori parlamentari: modi, forme, corsi e ricorsi storici, in AA.VV., Miscellanea di scritti in occasione del XV anniversario dell’Associazione ex dipendenti del Senato, Senato della Repubblica, Roma, 1997.
- Bertolini G., La stenografia parlamentare in Senato, Senato della Repubblica, Roma, 1992.
- Burlizzi A., Resoconto stenografico ed altri strumenti di pubblicità nel procedimento legislativo di Commissione, in AA. VV., Il Parlamento della Repubblica. Organi, procedure, apparati, Camera dei deputati, Roma, 1998
- Carino F. – De Cillis A., Gli atti e i discorsi parlamentari nel quadro della disciplina sul diritto d’autore, in Bollettino dell’Associazione di resocontisti stenografi, 1991.
- Carnevali G., Nuove forme di pubblicità dell’attività parlamentare, su AA.VV., Il Parlamento della Repubblica. Organi, procedure, apparati, Camera dei deputati, Roma, 1999.
- Ciaurro G.F. , Atti parlamentari, in Enciclopedia giuridica, vol. III, Milano, 1988, (voce).
- Ciaurro G.F., Pacelli M., Tanda A. P. Le Camere del Parlamento – strutture – funzioni – apparati – regolamenti – Colombo – Roma 1986
- Ciaurro L., Il processo verbale delle assemblee parlamentari, su Nuovi Studi Politici, 1998.
- Erskine May, Parliamentary Practice, Butterworths Law, (23rd edition), London, 2004
- Longo V., Presente e futuro della stenografia nella resocontazione dei lavori parlamentari, in AA. VV., Il Parlamento della Repubblica. Organi Procedure Apparati, Camera dei deputati, Roma, 1987.
- Panarello G., La stenografia e la resocontazione dei lavori parlamentari: origini ed evoluzioni della stenografia, in Bollettino di informazioni costituzionali e parlamentari, 1983.
- Pariset F., Sul valore probatorio degli atti parlamentari, in Rassegna parlamentare, 1983.
- Scalia G., La documentazione dell'attività parlamentare, in AA.VV., Indagine sulla funzionalità del Parlamento, ISLE Milano 1969.
- Tanda A. P. Le norme e la prassi del Parlamento italiano, Colombo - Roma 1987
- Tanda A. P. Dizionario parlamentare, Colombo – Roma 198
- Traversa S., Considerazioni in tema di sindacato di costituzionalità del procedimento di formazione della legge e della sua documentazione, in Giurisprudenza costituzionale, 1971.
- Zambelli L. - Palmese F., Documentare la parola, Morano, Napoli-Milano, 1992.
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